Dieci anni fa, la notte di Natale del 1996, il Mediterraneo ha vissuto una delle pagine peggiori della sua storia: il naufragio di Portopalo, la più grave tragedia dell’immigrazione dell’ultimo mezzo secolo. Dopo un viaggio durato tre mesi 283 uomini provenienti dal Pakistan, dall’India e dallo Sri Lanka muoiono affogati a diciotto miglia dalla costa siciliana. Ad un decennio dal disastro i cadaveri dei naufraghi non sono ancora stati recuperati e il relitto della loro barca, un peschereccio di 16 metri, giace ancora sott’acqua, a 107 metri di profondità.
Questi numeri descrivono con precisione una storia colma di orrori, di omissioni, di silenzi, di responsabilità non ancora punite. Ma non possono certo restituire l’identità, il carattere, i volti, i nomi di quelle trecento persone che non avrebbero dovuto morire.
Portopalo. Nomi su tombe senza corpi, cerca innanzitutto di colmare questo vuoto, di dare volti e nomi a quei corpi che non sono mai tornati a casa. Per compiere questo gesto il gruppo che più di un anno fa si è costruito intorno a questo progetto ha seguito un percorso del tutto particolare: tra l’estate e l’autunno di quest’anno le telecamere, i microfoni, ma soprattutto le menti e i cuori dei cinque autori hanno visitato i luoghi di questa tragedia: le città del Pakistan dalle quali sono partiti moltissimi dei giovani che hanno perso la vita, l’isola di Malta da dove la notte del 25 dicembre salpò il peschereccio della morte e infine Portopalo, la punta meridionale d’Italia, la meta finale di quel viaggio che finì troppo presto. Un itinerario a ritroso, insomma, alle radici di quelle migrazioni “moderne” che troppo spesso, ancora oggi, finiscono in tragedia.
CREDITS
uno spettacolo di Giorgio Barberio Corsetti, Riccardo Nova, Guido Barbieri, Oscar Pizzo, Paolo Pisanelli
regia, video e fotografia Paolo Pisanelli
montaggio Mattia Soranzo
suono Biagino Bleve
musiche Animammersa
produzione Auditorium Parco della Musica, RomaEuropa Festival
produzione video Big Sur 2006