settembre 2016
Open Dance 13
Vivo e sono il mio corpo libero!
Ho liberato i miei piedi ed ho le scarpe in mano.
Penso rosa, danzo sui pensieri, sento la terra e danzo con essa. Il mio corpo disegna, racconta, trasforma lo spazio in sussulti di creatività:
questa è la danza contemporanea; questo è il teatro dei corpi del tempo vuoto: non c’è il passato, non c’è il futuro, c’è soltanto il presente la mia creatività ora, qui, adesso.
Nella danza contemporanea il teatro perde la gerarchia dei luoghi: palcoscenico, file di sedie. Tutti siamo in scena la creatività è partecipazione. La danza contemporanea non sente il bisogno di attraversare il tempo e di fare i conti con la storia sociale perché la danza contemporanea è creazione libera dei corpi che si raccontano: la musica e la danza sono arti senza confini e senza Stati: sono universali.
I Cantieri Teatrali Koreja hanno creduto e lavorato nella ricerca della danza contemporanea. I risultati sono stati positivi sia per i numeri del pubblico sia per la qualità artistica raggiunta con continuità arrivando alla tredicesima edizione di Open Dance del 2016. Per i Cantieri Teatrali Koreja la danza contemporanea è stata una pagina dura e difficile perché Lecce è una città chiusa tradizionale e poco incline a sperimentare il nuovo. Il tempo è stato maestro, la tenacia utile: oggi Lecce è meno provinciale nella cultura, e, come le grandi città, ha una proposta di spettacoli di danza contemporanea di qualità internazionale.
Cresce sempre chi sa combattere e chi non ha paura della cultura.
Il manifesto è piaciuto. Siete stati molto bravi e soprattutto creativi nella rappresentazione della femminilità vera e non artificiale.
Gigi Mangia